Isabella Scelsi

Giacinto Scelsi ha voluto intitolare la fondazione da lui istituita nel 1987 alla memoria della sorella Isabella, scomparsa nel 1976.

Nella propria autobiografia Il sogno 101, pubblicata in italiano (Quodlibet, 2010) e in francese (Actes sud, 2009) Scelsi fa più volte riferimento alla sorella tratteggiandone il carattere e ricordando episodi di una vita trascorsa con assidua vicinanza e affetto.

«Di nostra madre aveva la bellezza, l’eleganza e la classe di una grande tradizione. Pur essendo molto femminile, aveva un cervello maschile, portato alla legge e alle discussioni diplomatiche. Aveva avuto un periodo di vita molto brillante al Cairo ed a Ginevra, all’epoca della fu Società delle Nazioni, era stata ammirata e ricercata dagli uomini di Stato di quel tempo, che spesso restavano stupiti dalla sua conoscenza delle questioni internazionali. Oltre a ciò, aveva un vero talento per la scultura.

Però essa non poté mai sviluppare il suo talento per ragioni di famiglia, e cioè per le lunghe malattie prima di nostro padre e poi di nostra madre, senza contare talvolta anche le mie. Lei si dedicò a queste assistenze con vero spirito di sacrificio e senso del dovere, giacché per natura avrebbe desiderato e potuto fare ben altre cose, che la sua bellezza e la sua personalità le avrebbero senz’altro consentito.» (Giacinto Scelsi, Il sogno 101, Quodilibet, 2010, pag.372).

«Non viaggiai più, non mi mossi quasi mai da Roma; mi installai in un piccolissimo appartamento prospiciente il Palatino che mia sorella mi cedette per affetto, nonostante avesse acquistato ed arredato per se stessa con molto amore questa piccola casa.» (Giacinto Scelsi, Il sogno 101, Quodilibet, 2010, pag. 346).

«E così restai con mia sorella: buona, brava, coraggiosa, intelligente – molto più di me –, inestimabile appoggio morale e pratico in ogni evenienza, sempre vicina in ogni caso.» (Giacinto Scelsi, Il sogno 101, Quodilibet, 2010, pag. 361)

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